Teatro dell’Efebo

Una storia lunga 2500 anni

La Cava

Il suggestivo Teatro dell’Efebo è ricavato nella parte meridionale di un’antica cava, estesa lungo le

pendici della Rupe Atenea, da dove, pare, provenissero i blocchi che servirono a costruire i templi.

Diodoro Siculo, famoso storico della colonia greca, descrive Akragas all’indomani della battaglia

di Himera nel 480 a.C., quando il tiranno akragantino Terone insieme al tiranno siracusano Gelone

sconfissero i cartaginesi.

Grazie al ricco bottino e ai prigionieri di guerra furono realizzate grandi opere pubbliche: “Costoro

tagliavano le pietre, con le quali non solo erigevano i grandi templi degli dei, ma anche

realizzavano i canali per le acque della città”.

IL GIARDINO

Nel 1928 l’Amministrazione provinciale trasformò quest’area in una colonia rurale asservita al

soprastante ospedale.

Nel 1999 nella colonia dismessa fu realizzato un Giardino botanico con oltre 20000 specie vegetali.

Lo spazio utile della cava fu trasformato in una piazza. Recenti e significativi lavori hanno messo in

sicurezza il costone e riqualificato lo spazio per l’organizzazione di eventi.

GLI IPOGEI

Nell’area del giardino sono presenti opere idrauliche, riferibili al sistema dell’ipogeo di

Bonamorone. Oltre ad alcuni pozzi, rimangono tre interessanti ambienti scavati nella roccia, oggi

rifunzionalizzati e destinati alla fruizione.

L’INTITOLAZIONE ALL’EFEBO

La scultura marmorea dell’Efebo fu ritrovata nell’Ottocento in uno dei pozzi del giardino botanico

dal Sig. Nobile Orazio, proprietario di quest’area, allora denominata fondo Cavetta. Acquistata dal

Comune, fu esposta prima al Museo Civico e, successivamente, al Museo Archeologico “Pietro

Griffo”.

La statua, risalente al 480 a.C., raffigura un giovinetto adolescente. E’ pertanto la speranza di un

futuro migliore per le nuove generazioni. Il contrasto fra un luogo di sofferenza quale la cava, allora

frequentata dagli schiavi, e la speranza delle giovani generazioni riposta nell’Efebo qui ritrovato, è il

motivo ideale dell’intitolazione del teatro.

LA MISSION DEL TEATRO

Agrigento non dispone oggi di un teatro greco fruibile che avrebbe consentito di integrare l’offerta

archeologica con il turismo degli eventi. Il nascente teatro dell’Efebo, per le particolari

caratteristiche acustiche e naturali, ben si presta alle rappresentazioni classiche, in particolare a

quelle legate al mito greco, ma si apre ad ogni progetto artistico di valorizzazione del territorio.

La prospettiva è quella di Agrigento capitale della cultura 2025.