Le Baccanti di Euripide

Teatro dell'Efebo

17,00 

“Le Baccanti” è una tragedia straordinaria, scritta da Euripide intorno al 406 a.C. e
rappresenta uno dei suoi ultimi capolavori. L’opera narra del ritorno di Dioniso a
Tebe, sua città natale, per affermare la propria divinità e vendicarsi di coloro che ne
negano la natura divina. Il giovane dio, figlio di Zeus e di Semele, torna sotto le
spoglie di un uomo straniero e diffonde il suo culto tra le donne tebane, che, prese da
una frenesia mistica, abbandonano la città per unirsi a lui sul monte Citerone, dando
vita a riti orgiastici. Queste donne, le Baccanti, includono anche la madre e le zie di
Dioniso, che un tempo avevano messo in dubbio la gravidanza di Semele e la
legittimità della nascita del dio. Il re di Tebe, Penteo, nipote di Semele, rifiuta di
riconoscere Dioniso come un dio e tenta di reprimere il suo culto. Spinto dalla
curiosità e dall’arroganza, si traveste da donna per spiare le Baccanti, ma viene
scoperto e punito. In un delirio estatico ispirato da Dioniso, le donne — guidate dalla
stessa madre di Penteo, Agave — lo fanno a pezzi credendolo un leone. La tragedia si
conclude con la rivelazione dell’identità divina di Dioniso e la devastazione lasciata
dal suo intervento: Agave ritorna a Tebe con la testa del figlio tra le mani, convinta di
aver ucciso una bestia selvaggia. Solo dopo l’intervento degli dei si rende conto
dell’orrenda verità.
“Le Baccanti” di Euripide, nella regia di Daniele Salvo, è un progetto teatrale
entusiasmante che pone particolare attenzione alla dimensione rituale, simbolica e
drammatica del Teatro. Il coro delle Baccanti è centrale nella rappresentazione. E’ un
coro misterico, esoterico, travolgente, di grande impatto visivo. Il mistero e la
potenza del culto dionisiaco si dispiega nelle voci e negli stati emotivi di tutte le
attrici, che appaiono quasi in trance. Movimenti coreografici, maschere e gestualità
sottolineano il contrasto tra razionalità, istinto e possessione: questo è uno scontro
catastrofico tra un dio e un uomo. Dioniso rappresenta la forza primigenia, è
simbolo dell’irrazionale, del caos e della distruzione che si oppone all’ordine. Il vero
regista occulto qui è l’autore e il suo mondo visionario e meraviglioso. Abbiamo
deciso di creare uno spettacolo complesso, perturbante ed emozionante partendo da
Euripide e ritornando ad Euripide.
“Terribile cosa è l’uomo. Ancor più terribile il mondo degli dei.”

Categoria:

Descrizione

“Le Baccanti” è una tragedia straordinaria, scritta da Euripide intorno al 406 a.C. e
rappresenta uno dei suoi ultimi capolavori. L’opera narra del ritorno di Dioniso a
Tebe, sua città natale, per affermare la propria divinità e vendicarsi di coloro che ne
negano la natura divina. Il giovane dio, figlio di Zeus e di Semele, torna sotto le
spoglie di un uomo straniero e diffonde il suo culto tra le donne tebane, che, prese da
una frenesia mistica, abbandonano la città per unirsi a lui sul monte Citerone, dando
vita a riti orgiastici. Queste donne, le Baccanti, includono anche la madre e le zie di
Dioniso, che un tempo avevano messo in dubbio la gravidanza di Semele e la
legittimità della nascita del dio. Il re di Tebe, Penteo, nipote di Semele, rifiuta di
riconoscere Dioniso come un dio e tenta di reprimere il suo culto. Spinto dalla
curiosità e dall’arroganza, si traveste da donna per spiare le Baccanti, ma viene
scoperto e punito. In un delirio estatico ispirato da Dioniso, le donne — guidate dalla
stessa madre di Penteo, Agave — lo fanno a pezzi credendolo un leone. La tragedia si
conclude con la rivelazione dell’identità divina di Dioniso e la devastazione lasciata
dal suo intervento: Agave ritorna a Tebe con la testa del figlio tra le mani, convinta di
aver ucciso una bestia selvaggia. Solo dopo l’intervento degli dei si rende conto
dell’orrenda verità.
“Le Baccanti” di Euripide, nella regia di Daniele Salvo, è un progetto teatrale
entusiasmante che pone particolare attenzione alla dimensione rituale, simbolica e
drammatica del Teatro. Il coro delle Baccanti è centrale nella rappresentazione. E’ un
coro misterico, esoterico, travolgente, di grande impatto visivo. Il mistero e la
potenza del culto dionisiaco si dispiega nelle voci e negli stati emotivi di tutte le
attrici, che appaiono quasi in trance. Movimenti coreografici, maschere e gestualità
sottolineano il contrasto tra razionalità, istinto e possessione: questo è uno scontro
catastrofico tra un dio e un uomo. Dioniso rappresenta la forza primigenia, è
simbolo dell’irrazionale, del caos e della distruzione che si oppone all’ordine. Il vero
regista occulto qui è l’autore e il suo mondo visionario e meraviglioso. Abbiamo
deciso di creare uno spettacolo complesso, perturbante ed emozionante partendo da
Euripide e ritornando ad Euripide.
“Terribile cosa è l’uomo. Ancor più terribile il mondo degli dei.”