All’ombra del Caos

Teatro dell'Efebo

17,00 

Spettacolo di

teatro/danza ispirato

alla novella L’altro figlio

di Luigi Pirandello

Traendolo dalla novella omonima, scritta e pubblicata nel 1905, Piran-

dello scrisse questo atto unico nel 1923, anno in cui fu data anche la pri-

ma rappresentazione al Teatro Nazionale di Roma.

“L’altro figlio” rappresenta un caso un po’ a sé nell’evoluzione della dram-

maturgia pirandelliana e risente in modo diretto dell’impianto novelli-

stico, dove l’influsso verista è estremamente evidente: la madre – che

rifiuta il figlio naturale a seguito di uno stupro – è un personaggio vicino

a molte protagoniste della produzione verghiana e l’ambiente tende a

identificarsi in modo chiaro e preciso con quello di un paese siciliano.

È tuttavia presente un elemento che apparenta L’altro figlio al maggiore

teatro pirandelliano: l’incapacità della protagonista a riconciliarsi con la

realtà. I figli che l’hanno abbandonata e non si curano di lei, sono i figli

“veri”, mentre quello presente, che vorrebbe curarla e accudirla, è “fal-

so”. La fuga dalla realtà, allora, si traduce in un dramma senza soluzione.

Elementi utilissimi, a nostro avviso, per pensare ad uno spettacolo di

teatro dove, attorno alle storie dei tre personaggi principali, stimolati

dall’analista Pirandello/Medico – autentico Hinkfuss manovratore di tut-

te le azioni – si muovono gli artisti che con il loro linguaggio verbale e

corporeo tendono a sottolineare le sensazioni più viscerali e le emozioni

più interiorizzate insite nella pagina scritta e rese con strumenti diversi

dal linguaggio ordinario degli attori. Il tutto sotto il volo solenne di un

corvo nero, da sempre segno di malaugurio e di tragedia, ma in questo

caso simbolo della poesia che tocca l’animo, così come ci è capitato leg-

gendo alcune pagine della novella pirandelliana, con la non tanto recon-

dita aspirazione di farlo volare anche sugli spettatori.

con

Debora Bernardi

Evelyn Famà

Santo Santonocito

Luca Fiorino

e il corpo di ballo

della compagnia

Città Teatro Danza

regia

Orazio Torrisi

coreografie

Silvana Lo Giudice

produzione

Teatro della Città – CPT

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Descrizione

Spettacolo di

teatro/danza ispirato

alla novella L’altro figlio

di Luigi Pirandello

con

Debora Bernardi

Evelyn Famà

Santo Santonocito

Luca Fiorino

e il corpo di ballo

della compagnia

Città Teatro Danza

regia

Orazio Torrisi

coreografie

Silvana Lo Giudice

produzione

Teatro della Città – CPT

Traendolo dalla novella omonima, scritta e pubblicata nel 1905, Piran-

dello scrisse questo atto unico nel 1923, anno in cui fu data anche la pri-

ma rappresentazione al Teatro Nazionale di Roma.

“L’altro figlio” rappresenta un caso un po’ a sé nell’evoluzione della dram-

maturgia pirandelliana e risente in modo diretto dell’impianto novelli-

stico, dove l’influsso verista è estremamente evidente: la madre – che

rifiuta il figlio naturale a seguito di uno stupro – è un personaggio vicino

a molte protagoniste della produzione verghiana e l’ambiente tende a

identificarsi in modo chiaro e preciso con quello di un paese siciliano.

È tuttavia presente un elemento che apparenta L’altro figlio al maggiore

teatro pirandelliano: l’incapacità della protagonista a riconciliarsi con la

realtà. I figli che l’hanno abbandonata e non si curano di lei, sono i figli

“veri”, mentre quello presente, che vorrebbe curarla e accudirla, è “fal-

so”. La fuga dalla realtà, allora, si traduce in un dramma senza soluzione.

Elementi utilissimi, a nostro avviso, per pensare ad uno spettacolo di

teatro dove, attorno alle storie dei tre personaggi principali, stimolati

dall’analista Pirandello/Medico – autentico Hinkfuss manovratore di tut-

te le azioni – si muovono gli artisti che con il loro linguaggio verbale e

corporeo tendono a sottolineare le sensazioni più viscerali e le emozioni

più interiorizzate insite nella pagina scritta e rese con strumenti diversi

dal linguaggio ordinario degli attori. Il tutto sotto il volo solenne di un

corvo nero, da sempre segno di malaugurio e di tragedia, ma in questo

caso simbolo della poesia che tocca l’animo, così come ci è capitato leg-

gendo alcune pagine della novella pirandelliana, con la non tanto recon-

dita aspirazione di farlo volare anche sugli spettatori.